... Proprio sulle rovine del Palazzo Imperiale, secondo molti autorevoli studiosi, sorge il Castello di Baia. In effetti tracce di camminamenti, opus reticolatum, ambienti termali e strutture di varia natura sono ancora oggi visibili.
La fortezza baiana si sviluppa su una superficie di 45.000 mq. e raggiunge l'altezza di mt. 94 circa sul livello del mare. Appare oggi come l'insieme di sovrapposizioni architettoniche realizzate nel corso dei secoli, più importanti fra le quali vanno ricordate quelle operate da Don Pedro Alvarez de Toledo, don Emanuele Fonseca e Ferdinando IV. Domina l'intero golfo di Pozzuoli e rappresentava, insieme alle fortificazioni del "Borgo Marinaro" di Pozzuoli (Rione Terra) e Nisida, un vero e proprio limite invalicabile per chiunque avesse tentato di sbarcare lungo quelle coste. Le tracce più remote relative alla costruzione del Castello di Baia risalgono al 1490, quando, per ordine di re Alfonso II d'Aragona, fu costruito, sugli avanzi della villa dei Cesari, un Castello per difendere la costa flegrea dalle incursioni saracene.
Il 29/09/1538 la terribile eruzione, che nel corso di una sola notte diede origine al cratere di Monte Nuovo e provocò lo sprofondamento della fascia costiera, in maniera più evidente da Lucrino a Baia, con effetti devastanti per tutti i Campi Flegrei, causò gravi danni anche al Castello di Baia. Si deve all'opera intelligente e tenace del viceré don Pedro Alvarez de Toledo la ristrutturazione e l'ampliamento del forte baiano, che, secondo i suoi piani, doveva diventare l'ultimo baluardo difensivo contro le invasioni corsare.
... Il Castello di Baia però non fu solo una struttura militare, ma rappresentò anche luogo di incontri politici e mondani. Tra le sue mura furono ospitate moltissime personalità. Nel 1506 giungeva in visita re Ferdinando III detto "il Cattolico"; ancora nel 1576 era la volta di Giovanni d'Austria che incontrò l'ambasciatore veneto Girolamo Lippomano per trattare segretamente delicate questioni politiche; nel febbraio del 1582 veniva accolto il duca d'Ossuna.
... Il castello diventa anche centro di studi e ricerche. È per volontà del viceré don Pietro d'Aragona, coadiuvato dal segretario del regno Giulio Cesare Bonito e dai medici Vincenzo Crisconio e Sebastiano Bartoli che inizia una vasta opera di valorizzazione del termalismo flegreo e di quello baiano in particolare, riprendendo quella tradizione già nota in epoca romana. Il Castello però fu anche luogo di pena e di esecuzione delle più barbare sentenze di condanna. Si narra infatti che alcuni reclusi, incatenati nelle anguste celle, in pratica veri e propri sepolcri, venivano abbandonati alla loro sorte, tanto che la morte veniva invocata come un vero e proprio sollievo.Il Museo Archeologico dei Campi Flegrei è situato all’interno del Castello Aragonese di Baia, tra un locale ricavato nel bastione sud-occidentale della 1^ Batteria S. Antonio e la scenografica ed imponente Torre di nord-ovest risalente al primitivo nucleo aragonese.
L’esposizione museale si divide in tre distinti settori: il primo di questi, la Sala dei Gessi di Baia, situata in un locale attiguo il viale d’ingresso, è relativo alla mostra di circa 60 frammenti di calchi in gesso d’epoca romana, che hanno riprodotto alcuni fra i più celebrati capolavori del periodo classico ed ellenistico dell’arte greca.
Gli altri due, invece, sono ubicati all’interno della Torre di nord-ovest, detta Torre Tenaglia. In uno spazio ai piedi di quest’ultima e all’ombra della 2^ Torre Cavaliere, sono esposti 11 cippi marmorei rinvenuti tra il 1967 e il 1972 nel cosiddetto Sacello degli Augustali di Miseno. Essi recano dediche a divinità e ad Imperatori e aprono una finestra sulla vita condotta nella Miseno romana del II sec. d.C.
All’interno della Torre Tenaglia, al primo livello (in quella che un tempo era la sala dei Giochi d’Arme) si ammira la ricostruzione della facciata del Sacello degli Augustali di Miseno, con diverse statue pertinenti alla Gens Flavia. Si notano, nella nudità eroica, divinizzate, le sculture imponenti degli imperatori Vespasiano e Tito: la famosa statua equestre di Domiziano, che diventerà, con una sfrontata e coraggiosa rielaborazione plastica, Nerva; una piccola scultura della dea dell’Abbondanza; una grossa lastra marmorea, sulla quale è visibile la quadriga di Apollo Helios e la personificazione di Miseno, più una statua acefala riccamente ammantata.
Al piano superiore, un tempo adibito a polveriera, è collocata la fantastica ricostruzione del Ninfeo dell’imperatore Claudio.
Testo a cura di Ciro AMOROSO
E' aperto dal martedi a domenica dalle 9:00 alle 13:00 (ultimo ingresso). Lunedi chiuso.
Prima domenica del mese gratuito.
☛ Intero singolo sito: € 5,00
☛ Ridotto singolo sito: € 2,00
☛ Intero cumulativo Circuito Flegreo: € 10,00
☛ Ridotto cumulativo Circuito Flegreo: € 5,00
Il biglietto cumulativo Circuito Flegreo è valido per due giorni consecutivi (in caso di chiusura settimanale la validità si estende al giorno seguente), permette un solo ingresso per sito e consente di visitare:
Il biglietto è gratuito per i minori di 18 anni, ridotto per i cittadini dell'Unione Europea di età compresa tra i 18 e 25 anni.
☛ Abbonamento annuale myfleg card: € 20,00 consente l'ingresso illimitato nei quattro siti
All'interno del sito non esiste un servizio guide. Su richiesta, e' possibile ottenere una guida privata autorizzata dalla Regione Campania al numero telefonico 3494974183